Nell'attuale contesto socio-sanitario, la fragilità e l'invecchiamento patologico rappresentano sfide sempre più rilevanti per la salute degli anziani. Secondo quanto afferma il Prof. Giovanni Pili, dell'Istituto di ricerca e formazione in psicogerontologia (Ierfop), è necessario adottare una nuova prospettiva biopsicologica per garantire una cura adeguata e mirata a questo segmento della popolazione.
La fragilità è un concetto multidimensionale che si manifesta attraverso la vulnerabilità dell'anziano a eventi avversi, come cadute, ospedalizzazioni e declino funzionale. Si tratta di un fenomeno complesso che coinvolge non solo l'aspetto fisico, ma anche quello psicologico e sociale. L'invecchiamento patologico, invece, si riferisce alla presenza di condizioni di salute croniche e patologiche che possono compromettere la qualità di vita e l'autonomia dell'anziano.
L'approccio tradizionale alla cura degli anziani tende spesso a focalizzarsi esclusivamente sugli aspetti fisici delle patologie, trascurando le dimensioni psicologiche e sociali che possono influenzare in modo significativo il benessere complessivo della persona. Tuttavia, è sempre più evidente che per affrontare in modo efficace la fragilità e l'invecchiamento patologico sia necessario adottare una prospettiva integrata che tenga conto di tutti gli aspetti della vita dell'anziano.
Secondo il Prof. Pili, la psicogerontologia può offrire importanti contributi in questo senso, poiché si occupa dello studio delle dinamiche psicologiche legate all'invecchiamento e alla fragilità. Attraverso un approccio biopsicologico, che integri le conoscenze delle scienze biomediche con quelle della psicologia e della sociologia, è possibile individuare interventi personalizzati e mirati a migliorare la qualità di vita degli anziani fragili e patologici.
Le strategie di intervento dovrebbero includere non solo trattamenti farmacologici e riabilitativi, ma anche interventi psicologici e sociali volti a potenziare le risorse personali dell'anziano, promuovere la partecipazione sociale e prevenire l'isolamento e la depressione. Inoltre, è fondamentale coinvolgere attivamente l'anziano nel processo di cura, rispettando le sue preferenze, i suoi valori e le sue esigenze.
Un'altra componente essenziale della cura degli anziani fragili e patologici è la promozione di uno stile di vita sano e attivo, che includa un'alimentazione equilibrata, l'esercizio fisico regolare e la gestione dello stress. Inoltre, è importante creare un ambiente sicuro e accogliente per l'anziano, che favorisca l'autonomia e la partecipazione alle attività quotidiane.
In conclusione, per affrontare con successo la fragilità e l'invecchiamento patologico è necessario adottare una nuova prospettiva biopsicologica che tenga conto delle diverse dimensioni coinvolte in questi fenomeni complessi. Grazie a un approccio integrato e personalizzato, è possibile garantire una cura adeguata e rispettosa delle esigenze degli anziani fragili e patologici, promuovendo il loro benessere e la loro qualità di vita.