Lavorare nel settore sanitario può essere estremamente gratificante, ma purtroppo può anche comportare situazioni di stress e pressione che possono avere ripercussioni sulla salute mentale e fisica dei professionisti. Recentemente, il Tribunale del Lavoro ha emesso una sentenza contro l'Asl di Sulmona per un caso di "straining", una forma attenuata di mobbing, nei confronti di un'inarrestabile infermiera.
Lo straining, noto anche come "stress lavoro-correlato", si verifica quando un dipendente è sottoposto a livelli eccessivi di stress sul posto di lavoro, spesso causati da carichi di lavoro eccessivi, mancanza di supporto da parte dei superiori o situazioni di conflitto costante. Nel caso dell'infermiera coinvolta, la situazione era diventata insostenibile a causa di un mix di fattori che avevano minato la sua salute e il suo benessere.
L'Asl di Sulmona è stata ritenuta responsabile per non aver preso le misure necessarie per prevenire e gestire il caso di straining dell'infermiera, ignorando segnali evidenti di disagio e stress che questa stava vivendo. La condanna del Tribunale del Lavoro è un segnale forte che sottolinea l'importanza di garantire un ambiente di lavoro sano e sicuro per tutti i dipendenti, specialmente in settori ad alta pressione come quello sanitario.
È fondamentale che le istituzioni sanitarie mettano in atto politiche e procedure per prevenire casi di straining tra il personale, promuovendo la gestione dello stress, la comunicazione efficace e la creazione di un clima di lavoro positivo e collaborativo. Gli operatori sanitari svolgono un ruolo cruciale nella società e la loro salute e il loro benessere sono essenziali per garantire la qualità delle cure erogate ai pazienti.
Inoltre, è importante sensibilizzare i dirigenti e i supervisori sui segnali di straining e mobbing, affinché possano riconoscerli precocemente e intervenire in modo tempestivo per prevenire situazioni dannose per la salute dei dipendenti. La formazione sul benessere mentale e sulle dinamiche relazionali sul posto di lavoro può essere un'utile risorsa per promuovere un clima lavorativo salutare e rispettoso.
L'esperienza dell'infermiera vittima di straining presso l'Asl di Sulmona è un monito per tutte le istituzioni sanitarie affinché rivedano le proprie politiche e pratiche per garantire un ambiente di lavoro sicuro e sostenibile per tutto il personale. Investire nella salute e nel benessere dei dipendenti non solo migliora la qualità del lavoro svolto, ma contribuisce anche a ridurre il rischio di situazioni dannose come quella vissuta da questa coraggiosa infermiera.
In conclusione, è fondamentale che il settore sanitario si impegni a creare condizioni di lavoro che favoriscano il benessere dei propri dipendenti, prevenendo situazioni di straining e mobbing che possono compromettere la salute e la produttività del personale. Solo attraverso un impegno concreto e una cultura organizzativa orientata al benessere sarà possibile garantire un ambiente di lavoro sano e sostenibile per tutti coloro che lavorano nel campo della salute e dell'assistenza.












































