Nell'ambito del dibattito sulla riorganizzazione delle professioni sanitarie, il Presidente di Quici, rappresentante del Consiglio Italiano per la Medicina Osteopatica (CIMO), ha recentemente partecipato a un'audizione presso la Commissione XII della Camera dei Deputati. Durante l'incontro, Quici ha posto l'accento sull'importanza di definire con precisione i confini delle competenze professionali nel settore sanitario, al fine di contrastare l'anarchia e garantire una gestione efficace delle attività cliniche.
Uno dei punti cruciali evidenziati da Quici riguarda la necessità di chiarire e stabilire in modo inequivocabile cosa costituisca un atto medico. Secondo il Presidente di Quici, alcune attività specifiche, come il consenso informato, l'anamnesi, la diagnosi e la terapia, dovrebbero essere riservate esclusivamente ai medici. Questo principio mira a garantire la tutela della salute e della sicurezza dei pazienti, nonché a preservare la qualità e l'efficacia delle prestazioni sanitarie offerte.
La definizione precisa dei compiti e delle responsabilità delle diverse figure professionali nel contesto sanitario è fondamentale per evitare sovrapposizioni, conflitti e confusioni che potrebbero compromettere la qualità dell'assistenza fornita ai pazienti. In un sistema sanitario complesso e in continua evoluzione, è essenziale che ogni operatore sanitario svolga le proprie mansioni in modo chiaro e coordinato, contribuendo così a una gestione efficiente delle risorse e a una migliore assistenza sanitaria complessiva.
Il dibattito sul riordino delle professioni sanitarie non riguarda solo la definizione delle competenze, ma anche la valorizzazione e il riconoscimento del contributo di tutte le figure professionali coinvolte nel processo di cura. Oltre ai medici, è importante considerare il ruolo degli infermieri, degli osteopati, dei fisioterapisti e di altre figure specializzate, ciascuna con le proprie competenze e specificità. La collaborazione interprofessionale e multidisciplinare è un elemento chiave per garantire un approccio olistico e integrato alla salute dei pazienti.
In questo contesto, il ruolo delle istituzioni sanitarie e delle organizzazioni professionali è cruciale per promuovere una cultura della collaborazione e della condivisione delle buone pratiche tra le diverse figure professionali. Attraverso la formazione continua, la ricerca e lo scambio di conoscenze, è possibile favorire lo sviluppo di competenze trasversali e interprofessionali, che consentano una migliore gestione dei casi clinici complessi e una maggiore efficacia nel trattamento delle patologie.
Infine, è importante sottolineare che il riordino delle professioni sanitarie deve essere guidato da principi etici solidi e orientati al benessere del paziente. L'obiettivo ultimo di qualsiasi intervento normativo o organizzativo nel settore sanitario deve essere quello di garantire la qualità, l'accessibilità e l'equità dei servizi sanitari, ponendo sempre al centro l'interesse e la salute dei cittadini.
In conclusione, il processo di riordino delle professioni sanitarie rappresenta un'opportunità per rafforzare il sistema sanitario, migliorare la qualità dell'assistenza e promuovere una cultura della collaborazione e dell'integrazione tra le diverse figure professionali. Definire con precisione i confini delle competenze e valorizzare il contributo di ciascuna figura professionale sono passi fondamentali per garantire un futuro sostenibile e orientato al benessere collettivo nel campo della salute.












































